Per la rubrica “Madri in rinascita”
oggi ho il piacere di farti conoscere la storia di Anna Katia,
M.A.M.M.A mentore, autrice, madre, messaggera, allenatrice.

Sono molto contenta di averla come ospite di questa intervista (che trovi anche come puntata audio sul podcast su Madri in Rinascita), perché credo che la maternità possa essere un vero e proprio cammino di crescita interiore se vissuto con consapevolezza, e che condividere le storie di donne che si sono reinventate possa essere d’esempio per ispirare altre donne.

Ciao Anna, raccontaci qualcosa di te…

Innanzitutto desidero esprimere la mia profonda gratitudine per aver voluto che la mia esperienza entrasse nel mondo del sito Madreluna e credo che questo sia un momento “particolare” in cui mi auguro possa essere ancora più significativa.
Sono Anna Katia e sono diventata mamma per la prima volta alle soglie dei 40 anni.
Ci tengo a precisare questo dettaglio, in quanto credo che non abbia avuto poco conto sia nella fase della gravidanza che nel post-parto.
Naturalmente non mi riferisco solo ad alcuni commenti che qualcuno si sente in diritto di fare, ma soprattutto per l’evoluzione a cui si giunge in una fase della vita in cui in genere si è già “strutturati” con abitudini e credenze molto consolidate. 

Inizio con il raccontare qualcosa dei miei gusti personali. Amo stare a contatto con la natura, camminare, meditare e mi sento aperta ai cambiamenti (naturalmente mi prendo il tempo utile per metabolizzarli).
Mi piace viaggiare e conoscere nuove persone. La lettura, la scrittura e la formazione sono il mio pane quotidiano.

Che cosa facevi prima di diventare mamma?

Come accennavo, quando sono diventata mamma quasi tre anni fa, avevo alle mie spalle già quasi 40 anni di vita.
Avevo portato a termine il mio percorso di studi accademici, con tanto di specializzazioni nel campo del diritto familiare e delle cosiddette “questioni di genere”.
Avevo anche già preso la decisione di non continuare a lavorare nel settore legale ed amministrativo, dopo alcune esperienze sul campo.
E avevo da poco fatto il mio debutto nel mondo della formazione con la pubblicazione del mio primo libro in tema di self-help.

Avevo anche da poco iniziato, dopo un importante investimento per un percorso formativo,
(in sintesi avevo investito la cifra che corrispondeva alla mia liquidazione) un mio progetto professionale e intravedevo la possibilità di costruire la mia nuova professione, utilizzando proprio le nuove tecnologie.
Quindi quando sono diventata mamma, mi sentivo forte e pensavo di avere le idee chiare.


Avevo, tra l’altro,  già realizzato anche quello che consideravo uno dei miei sogni nel cassetto più grandi.
Uno di quelli che tieni chiusi nel cassetto, in attesa del momento giusto o in attesa di sentirti “pronta”.
Avevo già pubblicato il mio primo libro, sul tema della felicità ed, in particolare su quanto essa sia legata ad un vero e proprio cammino di gratitudine.
Ma ancora non avevo capito quanto sarebbe stato importante quel cammino anche in una fase “delicata” come quella che poi avrei dovuto affrontare da lì a pochi mesi.
E lo dico con grande onestà mentale.

Che cosa è cambiato dentro di te da quando sei diventata mamma?

Questa domanda è fantastica, innanzitutto vorrei contestualizzare il momento in cui io mi sono sentita mamma e cioè quando ho avuto la notizia che gli esami del sangue risultavano “positivi”.
E’ stato lì, che mi sono sentita mamma.
Ed è di nuovo cambiato tutto nella mia vita. Ho sentito che era di nuovo rimesso tutto in discussione.
Soprattutto le certezze che mi ero costruita sulla mia “sicurezza” e sul fatto di sentirmi “grande”.

Quindi ho vissuto la fase della prima parte della gravidanza a cercare di comprendere il motivo per cui stavano riaffiorando vecchie “paure”.
Poi nell’affrontare il parto e il post-parto, ho scoperto uno speciale di mix di emozioni e sensazioni, fatto di nuove forze e, contemporaneamente, di nuove debolezze.
Ed è stato così che ho riscoperto il valore del coraggio, dell’umiltà e dell’amore incondizionato.
Ho scoperto, credo negli attimi successivi al parto, il significato più profondo di quello che viene definito amore incondizionato”.

Pensavo di averne inteso il senso, la prima volta che durante una ecografia, avevo sentito il cuore della creatura che stava crescendo proprio nella mia pancia e che già aveva un ritmo tutto suo.
Bene, negli attimi immediatamente dopo il parto, nonostante fossi alquanto “stanca”, ho avuto l’idea di registrare un video-messaggio alla mia bambina in cui le ho ribadito il mio amore.
Lo conservo ed ogni tanto lo riguardo.

Quali fasi hai attraversato prima di arrivare a reinventarti?

Il caso ha voluto che quando ho ricevuto il dono della maternità, io avessi appena intrapreso la strada della mia metamorfosi anche professionale, come accennavo.
Il fatto poi di aver avuto quella che viene definita “gravidanza a rischio” non mi ha supportato.
Ricordo ancora lo sforzo che ho fatto per cancellare nel vero senso della parola quella definizione, cercando di darne una mia, che mi desse una energia diversa.
Infatti nelle interminabili giornate trascorse in compagnia del cagnolino (mio marito era fuori per lavoro, spesso fuori casa per tutto il tempo), ho ancora il ricordo vivido della mancanza di energie e di forze tale da non riuscire nemmeno a stare in piedi per pochi minuti.
A volte facevo fatica anche a pensare e desideravo solo il silenzio.
Nei momenti di lucidità ero riuscita a dare una definizione di questo tipo di gravidanza che è “gravidanza felice a riposo”.
Mi ripetevo che stavo portando avanti una “gravidanza felice a riposo”.
Quindi ho reinventato per prima cosa la definizione che avevo letto sulla prescrizione della ginecologa che mi aveva visitato dopo le prime “avvisaglie di pericolo” (anche questa è una mia definizione in sostituzione delle cosiddette “minacce di aborto”).

La storia della gravidanza è una specie di viaggio a sé e, ammetto, di essermi trovata alquanto “spiazzata” da alcuni comportamenti sociali.
Mi sembrava davvero strano che, soprattutto le donne, di fronte ad una donna in gravidanza, si mostrassero “sfuggenti”.
Non mi aspettavo che mi portassero il brodo caldo ma che almeno ogni tanto mi facessero una telefonata ed evitassero di raccontarmi “le cose tremende” del parto.

Invece, come accade in tante circostanze della vita, l’errore sta nel porsi delle aspettative.
Ed è stato a quel punto che ho avuto una nuova fase di “reinvenzione”.
Ho evitato ogni contatto che reputavo “negativo” e mi sono messa alla ricerca su internet di “buone pratiche” da attuare durante la gravidanza.
Non ero molto interessata a corredini particolari o alle ultime mode in tema di abbigliamento pre-maman (che pure sono importanti, per carità!).
Solo che per me non rappresentavano una priorità.
Così ho scoperto tante cose interessanti sull’importanza della comunicazione pre-natale e di quanto sia importante garantire un ambiente sereno sia alla donna in gravidanza, che al suo bebè (so che da un punto di vista medico e giuridico bisognerebbe parlare di “feto”… ma, col cuore di mamma, mi sono concessa la libertà di definire bebè da subito anche la mia).

Mi si è aperto un mondo.
Ho fatto una ricerca, ho raccolto un sacco di interviste, usufruendo dei canali online.
Il mio obiettivo era quello di sperimentare e di avere informazioni che mi riportassero su una energia positiva.
Così è stato.
Ammetto di aver anche strutturato un nuovo libro sulla gravidanza, grazie a tutto quel materiale che ho raccolto.
E l’ho completato da poco!

Che consiglio daresti alle mamme che vogliono cercare la loro strada, o semplicemente ritrovarsi?

Un suggerimento che mi viene dal cuore è quello di sperimentarsi, formarsi  e cercare sempre, prima di tutto e di tutti, di coltivare l’amore per se stesse.
E poi di chiedere supporto ad altre donne che possano portare un valore aggiunto positivo nelle varie fasi di evoluzione che ci troviamo ad affrontare.
Lì fuori c’è un mondo di amiche e/o figure professionali che possono seguirci ed esserci di supporto, a cui ancora poca rilevanza si dà.
Per quanto riguarda la maternità, in particolare, penso alle ostetriche (soprattutto quelle giovani che si sono aperte ad una visione olistica non solo della gravidanza e/o del puerperio, anche a tutto il mondo della femminilità), alle consulenti dell’allattamento, del babywearing o alle doule.

Una cosa che mi dicevo spesso:
Non so se ho la depressione post-parto.
Ma credo di essere solo un po’ stanca, dal momento che la mia bambina non dorme, né di giorno, né di notte.
Piange e vuole stare sempre attaccata a me, al seno.
E ancora non ho avuto il tempo di metabolizzare sia lo scombussolamento fisico, mentale, psicologico, sia  i segni fisici che ho riportato.
Non so se ho la depressione post-parto.
Credo di no perché mi sento ancora lucida.
Credo di voler solo dormire per 5-6 ore di seguito (di giorno o di notte, non fa differenza), di fare una doccia che duri più di 3 minuti, e di mangiare – seduta comodamente sarebbe un valido optional – un pasto caldo.
Non so se queste rappresentino “pretese”.
So solo che non sono capricci e sono un atto di amore ed attenzione verso me stessa.
Non mi sento in colpa se non ho la casa perfettamente in ordine e preferisco uscire a fare una passeggiata per riprendere la mia mobilità.
Non mi sento in colpa se metto la mia bambina nella fascia e cammino in riva al mare.
E’ l’unico momento della giornata in cui dorme ed io posso stare un po’ in silenzio.
Non mi sento in colpa se ho comprato una fascia che permette di tenere la bambina sul fianco (detta “ring” per la più curiose”) e posso cucinare coinvolgendola.
Non mi sento in colpa se, dopo alcuni mesi senza sonno (e non dico quanti per non scoraggiare future mamme ) ho comprato un marsupio ergonomico e continuo ad uscire a camminare con lei sulla schiena.
Non mi sento in colpa se desidero ritornare in forma e fare sport, invece di partecipare a gruppi di lamentele e corro con la bambina nel passeggino.
Non mi sento in colpa se continuo a comprare libri o corsi per crearmi una professione e un business online.

Ecco, in sintesi, sento che:

  • più amo me stessa e più posso amare la mia bambina,
  • più mi sento realizzata come donna e come professionista e più posso donarle tempo di qualità,
  • più cresco mentalmente e spiritualmente e più posso mantenere la mente e le porte del mio cuore aperti a tutte le sfide e i cambiamenti che ci sono e ci saranno durante le varie fasi della mia vita e della sua.

E così è.

Dove possono trovarti le donne e le mamme sui social o dal vivo?

Sito: http://www.annakatiadisessa.it/
Facebook: Anna Katia Di Sessa
Libri: https://www.cam.tv/annakatiadisessa/blog/presentazione-libri-gratis-3-donne-3-madri-3-anime/PID1B1F9E?shun=annakatiadisessa&fbclid=IwAR0Qxfw_dCFujRAHxTttKVMMbMzLuf1SLdEiwnyTqwMFYQmop6mF4EbaEEs

Grazie di cuore Anna Katia!

P.S.: Se anche tu dopo la maternità senti di voler rinascere, ma ti senti confusa e non sai bene da dove iniziare, ti consiglio il mio percorso di coaching Chiaraluna.

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