Quando si parla di nascita e di parto dobbiamo sempre prima chiederci qual è l’immaginario che lo accompagna.
Cosa appare nella tua mente alla parola “parto”?
Ciò che noi pensiamo del parto, e le conseguenti emozioni che ci crea questo pensiero, sono il frutto di un bagaglio socio-culturale che si è formato in noi lungo tutti gli anni della nostra vita.
Quali sono le scene che abbiamo visto in tv?
I racconti che abbiamo sentito quando eravamo bambine?
Quali gli sguardi che abbiamo visto posarsi sulle neomamme e sui neonati?

Cosa cambia se ci pensiamo mammiferi?

Purtroppo l’immaginario del parto con cui cresciamo non è dei migliori: donne urlanti in sale parto piene di luci, in posizione litotomica (sul lettino a pancia in su), con le gambe aperte mentre c’è un gran via vai di gente nella stanza che sbircia quello che succede laggiù. Diciamo che ciò non rappresenta lo scenario migliore.
Perché?
Perché siamo mammiferi, e per partorire abbiamo bisogno di alcune condizioni che aiutano la produzione dei nostri ormoni, che andranno a creare l’evento nascita.
Sì perché durante il travaglio e il parto nel nostro corpo si forma un cocktail di ormoni che rende possibile la nascita.
Le sensazioni di paura, di freddo, di vergogna producono ormoni antagonisti che vanno a contrastare quelli che fanno procedere il parto .
Per rendere più lampante il concetto, basti pensare che nel regno naturale vi sono alcuni mammiferi che bloccano il loro travaglio se si sentono cacciati o in pericolo.

È vero che noi non siamo “solo” animali ma è anche vero che ciò che avviene durante il parto è governato dalla parte antica del cervello, quello che ci accomuna agli animali.
Per rendere il processo del travaglio e del parto più veloce e sereno possibile c’è bisogno di spegnere la neocorteccia, la parte più recente del nostro cervello e consentire la sospensione delle aree logico-razionali.

Come fare?

C’è bisogno di un ambiente intimo, di luci soffuse, di poche pochissime persone scelte che ci accompagnano, di parole dolci e sussurrate piano, di un contatto di pelle, di odori familiari. E c’è bisogno di nutrirsi, di poter bere e mangiare un poco per non fare andare in stress il corpo nel suo massimo sforzo.

Senti già come sta cambiando il tuo immaginario?
Pensa a cosa succederebbe se anziché la scena con cui ho aperto questo articolo crescessimo con video diversi, di parti in acqua nella luce soffusa delle candele, con la partoriente in posizione verticale, attaccata al collo del proprio compagno o della propria ostetrica di fiducia.
O con una donna con i piedi ben piantati per terra, mentre le sue braccia tirano una corda attaccata al soffitto mentre intorno un profumo di rosa e gelsomino la avvolge e la sua doula la guarda dolcemente ricordandole con parole potenzianti di cosa è capace. Pensa se i colori fossero diversi, gli odori fossero quelli di casa, le parole dette sottovoce.
Se non ci fossero urli disumani ma vocalizzi, grandi respiri accompagnati da una nenia, dalla ripetizione di mantra, o dal dolce silenzio.

Perché è importante?

Il nostro immaginario del parto influenza la nostra voglia di fare o non fare figli, di partorire per via vaginale o con cesareo, e crea uno stato di allarme o di sicurezza nel nostro cervello.
Essere consapevoli del nostro immaginario di parto ci permette di capire quali forze interne e profonde giocano a nostro favore o sfavore.
Personalmente mi sono liberata dalla paura del parto (di quel tipo di parto disumanizzante e depotenziante) quando ho iniziato a studiare come si partorisce nel resto del mondo.
Quando ho approfondito come in tutte le culture umane ci sia un modo diverso di partorire, nonostante l’atto biologico sia sempre lo stesso.
Ma questo è un altro discorso, un tema così importante che è meglio approfondirlo in un altro articolo.
Per oggi ti invito– se vuoi dei figli ma hai paura del parto, se stai pensando a rimanere incinta, se sei in gravidanza e sogni un parto sereno- a cercare i numerosi video di parti in casa, in acqua, “orgasmici”, (ebbene sì esistono anche loro, te ne parlerò) in ospedali attenti, in cui la donna è rispettata, la nascita è benvenuta e il bambino accolto nella dolcezza.
Ti assicuro che questa realtà esiste e può riscrivere il tuo immaginario, sostituendo le immagini paurose con quelle calde e accoglienti, creando nel tuo cervello un nuovo modo di immaginare il parto.
Posso garantirti che è possibile, io ho partorito due bambini in questo modo.

Se vuoi essere supportata nella fase del concepimento, gravidanza o post parto, sappi che sono a tua disposizione, basta scrivermi una mail a: [email protected].

A presto!


Testo protetto da Copyright, riproducibile in parte con fonte citata.

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